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La statua in piazza

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Abito nei pressi di una piazza, piazza Sant'Jacopino, che fino a qualche anno fa era sempre stata una piazza piuttosto anonima; la forma stessa della piazza in cui sfociano sette strade, nessuna ortogonale all'altra,  rendeva difficile una organizzazione degli spazi.

Nel 2011 iniziarono i lavori di risistemazione e riqualificazione della piazza che giunsero a compimento dopo poco meno di un paio d'anni al posto dei preventivati otto mesi (ma questo, purtroppo, rientra nella normalità delle cose).

Rimaneva un'ultima cosa per ultimare quel che si chiama l' "arredo" della piazza: una statua al centro della rotonda spartitraffico.

Potrebbe sembrare un piccolo problema; probabilmente da altre parti il comune avrebbe preso una statua e l'avrebbe piazzata lasciando al gusto di chi la vedesse giudicare se fosse bella o brutta. Qui no. Qui si è voluto ascoltare i cosidetti comitati di quartiere con il risultato che quel che andava bene ad uno non piaceva all'altro e viceversa. E si arriva ai nostri giorni.

Finalmente Giampaolo Talani, un artista fiorentino, dona al comune la sua ultima creazione: "Fiorenza"

Fiorenza, finalmente, mette tutti d'accordo. Viene tenuta esposta un paio di mesi in Palazzo Vecchio e il 31 gennaio di quest'anno viene smontata per essere collocata al centro della rotonda.

Tutto a posto quindi? Fine della storia? Neanche per sogno.

Visto che ci sono negozi su tutti i lati della piazza nessun negoziante vuole vedere il dietro della statua e quindi, adesso, tutto è fermo in attesa di trovare una possibile soluzione.

Il bello è che poi, tutti noi, siamo i primi a lamentarci della classe politica dicendo che ci vorrebbe così poco a mettersi d'accordo su ciò che sia meglio fare.

La Stupidità umana

Durante una cena tra amici, aiutato nei ricordi dal tasso alcolemico raggiunto, mi è tornato alla mente un libro del professor Carlo M. Cipolla (1922-2000), studioso di storia economica: Allegro ma non troppo (1976) per i tipi de Il Mulino. Nel prezioso libricino vi è un saggio divertente e ironico ma nel contempo molto serio ed efficace.

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Classificare i comportamenti umani è stato sempre un argomento di grande importanza, per capire lo sviluppo delle società, delle nazioni e delle civiltà. L'autore distingue quattro comportamenti fondamentali: la sprovvedutezza, cioè la tendenza a provocare danni a se stessi, producendo nel contempo benefici agli altri; l’intelligenza, ossia la capacità di produrre benefici sia a se stessi che agli altri; il banditismo, ovvero la tendenza a ottenere un beneficio personale per mezzo di un danno arrecato ad altri; la stupidità, cioè la capacità, nel complesso abbastanza diffusa, di produrre danni agli altri senza trarne alcun beneficio o persino danneggiando anche se stessi.
 

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Nel grafico le quattro aree rappresentano le quattro categorie. Le diagonali dividono le aree in due parti in modo che coloro che cadono sulla linea mediana della propria area siano i rappresentanti perfetti della loro categoria; per esempio, i banditi perfetti son quelli che provocano a se stessi un beneficio uguale al danno che provocano ad altri (un ladro mi ruba 100 euro, lui guadagna 100 euro, io ne perdo altrettante); coloro che stanno al di sopra o al di sotto della linea mediana della loro area tendono ad aver caratteristiche prossime a coloro che sono posizionati in altre aree (ad esempio: un bandito prossimo all’area dell’intelligenza è in grado di procurare a  se  stesso  un vantaggio

Beneficio proprio

Beneficio altrui

+

+

-

-

superiore al danno che ha provocato ad altri; al contrario, un bandito che sta nella sezione al disotto della mediana è in grado di provocare un grave danno agli altri, producendo per se stesso un vantaggio di scarso rilievo).

Secondo il Cipolla, la stupidità, in particolare, sembra essere una caratteristica “indiscriminata di ogni e qualsiasi gruppo umano ed è uniformemente distribuita secondo una proporzione costante”.
Il corollario di questa constatazione, empirica ma statisticamente corroborata, è il seguente: è costante anche la proporzione di persone stupide che occupano posizioni di potere nella società. La cosa potrebbe sembrare sconcertante ad una persona ragionevole, ma non bisogna dimenticare che, in un sistema democratico, è costante la frazione di stupidi tra gli aventi diritto al voto “e le elezioni offrono loro una magnifica occasione per danneggiare tutti gli altri, senza ottenere alcun guadagno dalla loro azione”.

 

Purtroppo credo che ormai sia una deriva irreversibile a cui fa cenno anche l'incipit del film "Idiocracy" che riporto qui sotto. Come diceva il buon Arbore..."Meditate, gente, meditate".

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